IL CONCETTO DI INTEGRAZIONE PER OTTENERE UN PERMESSO DI SOGGIORNO

L’integrazione è un concetto molto importante, non soltanto perché essere integrati significa vivere in maniera serena all’interno di una società, ma anche perché si tratta di un elemento fondamentale per il rilascio di alcune tipologie di permesso di soggiorno. Ma cosa si intende per integrazione? Vediamolo insieme.

1. Cosa si intende per integrazione?

Il concetto di integrazione non è univoco, ma ne sono state fornite nel tempo svariate definizioni. Secondo alcuni studiosi il termine indica, fra le altre cose, la capacità di adattarsi e adeguarsi al complesso di regole in vigore nel paese di arrivo. Questa particolare accezione del concetto di integrazione è molto cara alle autorità italiane. Sia le pubbliche amministrazioni chiamate al rilascio dei permessi di soggiorno, sia la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, sia i Giudici italiani si avvalgono di questa interpretazione per valutare se emettere o meno decisioni positive. Per poter procedere a tale valutazione sono stati individuati nel tempo alcuni indici.

2. Quali sono i principali indici di integrazione?

I principali indici di integrazione in Italia sono: l’iscrizione a corsi di studio e l’ottenimento di un diploma o attestato; la presenza di stabili legami familiari in Italia; non aver commesso reati; avere un lavoro; parlare la lingua italiana. 

3. Chi ha un lavoro è integrato?

Sì. Come detto, disporre di un impiego è considerato un valido indice di integrazione. Ma cosa si intende per impiego? È necessario un contratto di lavoro a tempo indeterminato oppure è sufficiente un contratto di lavoro a termine, magari della durata di alcuni mesi? L’orientamento dei giudici e della pubblica amministrazione sul punto è stato a lungo altalenante. Per alcuni soltanto un rapporto di lavoro stabile e duraturo costituisce indice di integrazione, mentre per altri può essere sufficiente un contratto di lavoro a tempo determinato o, addirittura un tirocinio.

Sul punto è da poco intervenuta la Corte di Cassazione, cercando di fornire un chiarimento definitivo. Con la sentenza n. 26089, depositata il 5 settembre 2022, i giudici di legittimità hanno dichiarato che la presenza di un contratto di lavoro, seppur a tempo determinato, è indice di una seria intenzione di integrazione, da tenere in debita considerazione quando si tratta di decidere se concedere o meno un permesso di soggiorno ad un migrante che non abbia diritto alla protezione internazionale. 

4. Chi parla italiano è integrato?

Sì; ma non solo. Nella richiamata sentenza n. 26089 la Corte di Cassazione ha affermato che anche la frequentazione certificata di corsi di lingua italiana costituisce indice di una seria volontà di integrazione. Dunque, non è necessario parlare perfettamente l’italiano per essere considerati integrati, ma è sufficiente, secondo la Cassazione, dimostrare di prendere parte a dei corsi di qualità, con il serio intento di apprendere la lingua.

5. Esistono corsi di Italiano certificati a Bologna?

Sì, a Bologna esistono varie scuole di italiano certificate. Alcuni esempi sono: Cultura italiana a Bologna (sito web); ALCE – Accademia Lingue e Culture Europee, Bologna (sito web). 

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