SANATORIA STRANIERI 2020: COME SBLOCCARE LA PRATICA

Nell’estate del 2020 oltre 200.000 cittadini stranieri hanno usufruito della sanatoria introdotta dall’allora governo Conte. A due anni e mezzo di distanza sono molto poche, in proporzione, le pratiche giunte a termine. Per tutti i cittadini stranieri che sono ancora in attesa, è oggi possibile sbloccare la procedura. Vediamo come. 

Cos’è la sanatoria del 2020?

L’art. 103 c. 1 d.l. 34/2020 prevedeva la possibilità di richiedere la regolarizzazione di cittadini stranieri privi del permesso di soggiorno, tramite la conclusione di un contratto di lavoro subordinato all’interno dei seguenti settori produttivi: agricoltura, lavoro domestico (colf) e lavoro di assistenza e cura alla persona (badanti). 

La richiesta doveva essere presentata dal datore di lavoro alla Prefettura competente. Quest’ultima poi, ottenuti pareri positivi da questura e Ispettorato del lavoro, avrebbe dovuto convocare il datore di lavoro e il dipendente per la stipula del contratto di soggiorno. A questo punto, lo straniero avrebbe potuto richiedere il tanto agognato permesso di soggiorno per lavoro subordinato. 

Quante domande di sanatoria sono state portate a termine?

Secondo gli ultimi dati disponibili (19 ottobre 2022), sono stati effettivamente rilasciati 83.032 permessi di soggiorno. Si tratta del 37,7% delle domande presentate. Quanto alle pratiche in lavorazione, ai primi di dicembre 2022 erano 127.652 le domande accolte in attesa che venisse rilasciato il permesso di soggiorno, 29.159 i rigetti e 4.383 le rinunce. 

Come sbloccare la pratica di sanatoria?

Grazie a una recente sentenza del Consiglio di Stato, è ora possibile ricorrere al Tribunale per sbloccare la propria pratica di sanatoria. 

Secondo l’art. 2 l. 241/1990, così come interpretato dalla recente e importantissima sentenza n. 3578/2022 del Consiglio di Stato, ogni procedimento inerente l’immigrazione non può  superare il termine massimo di 180 giorni (6 mesi). Ad oggi, ogni procedimento di sanatoria ha per forza di cose oltrepassato tale limite temporale. Ne deriva la possibilità di fare ricorso al competente Tribunale amministrativo regionale per richiedere di ordinare alla Prefettura lo sblocco della pratica entro 60 giorni.

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