Molto spesso la richiesta di visto di ingresso effettuata presso le ambasciate richiede molto tempo per essere evasa. Altrettanto spesso sono necessari mesi, se non anni, per ottenere anche un semplice appuntamento. Scopriamo insieme quali sono le possibili situazioni di blocco e come superarle.

Indice
- I principali ostacoli al rilascio del visto d’ingresso: mancata fissazione dell’appuntamento o mancato rilascio
- Quanto tempo ci vuole per il rilascio di un visto d’ingresso?
- Come ottenere un appuntamento per la richiesta di visto d’ingresso?
- Come sbloccare il rilascio di un visto d’ingresso?
- Perché rivolgersi a un avvocato esperto di immigrazione a Bologna per la tua richiesta flussi?
1. I principali ostacoli al rilascio del visto d'ingresso: mancata fissazione dell'appuntamento o mancato rilascio
Gli ostacoli per l’ottenimento di un visto d’ingresso sono principalmente due:
- Impossibilità di fissazione dell’appuntamento per presentare richiesta di rilascio del visto;
- Mancato rilascio del visto entro i termini stabiliti dalla legge. Il modo più efficace per superarli è il ricorso avverso il silenzio.
Il primo dei due casi è quello in cui il richiedente non riesce a prenotare l’appuntamento in ambasciata a causa dell’assenza di slot disponibili sui siti preposti alla prenotazione; il secondo, invece, è il caso in cui si sia già presentata domanda di visto ma l’ambasciata non evade la richiesta. In entrambi i casi il richiedente si trova in una situazione di stasi in cui per svariati mesi, se non anni, rimane bloccato nell’attesa di riuscire ad ottenere un visto.
Come sbloccare la situazione in questi casi? Scopriamolo insieme
2. Quanto tempo ci vuole per il rilascio di un visto d'ingresso?
Il tempo di rilascio di un visto di ingresso può variare a seconda della tipologia. Ad esempio l’art. 31 del regolamento attuativo del Testo Unico Immigrazione (DPR 394/1999) al comma 8 prevede che, a seguito della ricevuta del nulla osta da parte del datore di lavoro, il lavoratore può richiedere il visto all’ambasciata che deve rilasciarlo entro 30 giorni dalla richiesta.
In generale è importante ricordare che le ambasciate sono pubbliche amministrazioni italiane e in quanto tali devono sottostare alla legge italiana e ai tempi di conclusione del procedimento previsti da quest’ultima. A questo proposito, i termini entro cui devono concludersi i procedimenti amministrativi sono individuati dall’art. 2 della l. n. 241/90. La norma prevede che ogni procedimento che ha inizio con un’istanza (o d’ufficio) e che dovrebbe concludersi con un provvedimento espresso da parte della pubblica amministrazione deve concludersi entro 30 giorni. Questo termine può essere derogato fino a 90 o a 180 tramite l’emissione di decreti emessi nelle forme e per le ragioni stabilite dai commi 3 e 4 dell’art. 2 della l. n. 241/1990. Il comma 4, inoltre, prescrive che i termini previsti da tali decreti “non possono comunque superare i centottanta giorni, con la sola esclusione dei procedimenti di acquisto della cittadinanza italiana e di quelli riguardanti l’immigrazione”.
Questa dicitura potrebbe lasciar intendere che per le materie riguardanti l’immigrazione, fra le quali rientra anche il rilascio del visto, il termine entro cui l’amministrazione debba adempiere possa superare i 180 giorni. In realtà, il Consiglio di Stato con diverse pronunce ha stabilito che il termine di 180 giorni deve comunque essere considerato limite di durata massimo dei procedimenti amministrativi in materia di immigrazione e cittadinanza oltre i quali è possibile considerare l’amministrazione (e quindi anche l’ambasciata) inadempiente e ricorrere avverso il suo silenzio.

3. Come ottenere un appuntamento per la richiesta di visto d'ingresso?
Nel caso di impossibilità di ottenere un appuntamento per la richiesta di visto è possibile agire sia in via stragiudiziale che giudiziale.
Nel primo caso, è possibile inviare una richiesta di appuntamento e contestualmente di rilascio del visto entro 30 giorni. Se l’ufficio consolare non si pronuncia, è possibile richiedere l’intervento sostitutivo del superiore gerarchico. In questo modo non si coinvolge il giudice, ma non è detto che l’amministrazione risponda. Non esiste infatti un obbligo, anche se spesso, una volta adito il superiore gerarchico, l’ufficio procedente fornisce quantomeno un riscontro.
Ad ogni modo, trascorsi i primi 30 giorni è già possibile ricorrere contro il silenzio al Tribunale. In questo modo un giudice sarà obbligato a pronunciarsi e, in caso di esito positivo, ordinerà all’ufficio consolare il rilascio del visto entro un termine di legge.
4. Come sbloccare il rilascio di un visto d'ingresso?
Nel caso in cui la domanda di visto sia già stata presentata e siano spirati i 180 giorni individuati dal Consiglio di Stato come termine massimo entro cui i procedimenti amministrativi in materia di immigrazione devono concludersi, sarà possibile agire direttamente in giudizio. contro il silenzio.
Attenzione: in materia di rilascio del visto per motivi di lavoro, l’azione contro il silenzio può essere esperito solo entro un anno dalla scadenza del termine concesso all’amministrazione per adempiere. Quindi nel primo caso entro un anno dallo spirare dei 30 giorni e nel secondo caso entro un anno dal raggiungimento dei 180 giorni.
5. Perché rivolgersi a un avvocato esperto di Immigrazione a Bologna?
Se avete intenzione di presentare o avete già presentato richiesta di visto in ambasciata e vi trovate dinanzi ad uno degli ostacoli descritti, un avvocato esperto in diritto dell’immigrazione può fornirvi la giusta consulenza e assistenza, sia giudiziale che stragiudiziale. Rivolgersi a un professionista può evitare lunghe attese che si concludono in nulla di fatto e garantire il rispetto dei termini di legge da parte dell’Ambasciata.
Integra – immigrazione, lavoro e diritti offre una vasta gamma di servizi e si trova a Bologna, in via Miramonte n. 9 e a Pesaro in Viale della Vittoria 161.