Con il decreto-legge n. 36 del 28 marzo 2025 il Governo ha introdotto disposizioni urgenti in materia di cittadinanza applicando una stretta all’operatività dello ius sanguinis. Vediamo di cosa si tratta.

Indice
- La cittadinanza per discendenza (iure sanguinis) prima del decreto-legge n. 36/2025
- La cittadinanza per discendenza (iure sanguinis) dopo l’introduzione del decreto-legge n. 36/2025
- Le ragioni a fondamento delle modifiche sulla trasmissione per discendenza (iure sanguinis) della cittadinanza
- Ulteriori decisioni in materie di trasmissione della cittadinanza per discendenza (iure sanguinis)
- È ancora possibile richiedere il riconoscimento della cittadinanza italiana per discendenza (iure sanguinis)?
- Perché rivolgersi a un avvocato esperto di immigrazione a Bologna per la tua richiesta flussi?
1. La cittadinanza per discendenza (iure sanguinis) prima del decreto-legge n. 36/2025
L’art. 1 della legge sulla cittadinanza (l. 91/1992) prevede l’acquisizione della cittadinanza per nascita da padre o madre italiani.
Questa norma aveva permesso, sino al 27 marzo 2025, di acquisire iure sanguinis lo status di cittadini italiani anche a coloro che non avevano alcun legame effettivo con il territorio italiano e che però avessero un avo in linea retta con cittadinanza italiana.
2. La cittadinanza per discendenza (iure sanguinis) dopo l’introduzione del decreto-legge n. 36/2025
Con il decreto-legge n. 36 del 28 marzo 2025 il Governo ha introdotto disposizioni urgenti in materia di cittadinanza applicando una stretta all’operatività dello ius sanguinis. Il decreto ha stabilito l’introduzione di un nuovo articolo nella legge n. 91/1992 secondo cui si dovrà considerare privo della cittadinanza italiana chi è nato all’estero ed è in possesso di altra cittadinanza, salvo che egli sia figlio di un genitore (o adottante) cittadino italiano nato in Italia o che è stato residente in Italia per almeno due anni consecutivi prima della data di nascita o di adozione del figlio o, in alternativa, salvo che il nonno del richiedente sia stato cittadino italiano nato in Italia.
Con la nuova norma, quindi, non è più possibile per i discendenti di grado superiore al secondo accedere alla cittadinanza iure sanguinis.
In ogni caso sono fatte salve tutte le richieste di cittadinanza presentate agli uffici consolari, al sindaco o con domanda giudiziale entro le 23:59 del 27 marzo 2025 in forza della previgente normativa.

3. Le ragioni a fondamento delle modifiche sulla trasmissione per discendenza (iure sanguinis) della cittadinanza
Le ragioni alla base di questo cambio di rotta sono da individuarsi, secondo il Governo, nella necessità che sussista un vincolo effettivo con la Repubblica che, qualora mancasse esporrebbe la nazione ad un “rischio serio e attuale per la sicurezza nazionale” oltre che per gli Stati membri dell’Unione Europea e dello spazio Schengen.
Alla luce di ciò si spiegherebbe la necessità di condizionare la trasmissione della cittadinanza “a chiari indici della sussistenza di vincoli effettivi con la Repubblica” onde evitare, tra l’altro l’intrinseca irragionevolezza di riconoscere la cittadinanza a soggetti che siano privi di vincoli effettivi con la Repubblica.
4. Ulteriori decisioni in materie di trasmissione della cittadinanza per discendenza (iure sanguinis)
Con il medesimo comunicato stampa con cui informa dell’approvazione del suddetto decreto-legge, il Consiglio dei Ministri riferisce dell’approvazione di due disegni di legge che intervengono a loro volta sull’acquisizione della cittadinanza per discendenza da cittadini italiani (iure sanguinis) e i relativi servizi prestati sinora dai consolati.
In particolare, con il primo disegno si punta a consolidare le disposizioni previste dal decreto-legge n. 36/2025 attraverso l’introduzione del principio internazionale del “legame effettivo” tra la persona e lo Stato che permette l’acquisto della cittadinanza solo in presenza di un effettivo vincolo con il Paese che la conferisce. La previsione di tale principio risponderà alla duplice esigenza di mantenere dei legami con l’Italia e incoraggiare l’immigrazione di ritorno dei discendenti degli emigrati italiani da un lato e la necessità che l’acquisto e il mantenimento della cittadinanza italiana sia ancorata a vincoli effettivi con la Repubblica e con il suo territorio.
Con il secondo disegno di legge approvato, invece, si prevede l’istituzione di un ufficio speciale centralizzato alla Farnesina competente a ricevere le richieste di cittadinanza al posto del consolato.
Obiettivo della modifica sarebbe quello di rendere più efficienti le procedure in particolare rispetto all’erogazione dei servizi per chi è già cittadino.
5. È ancora possibile richiedere il riconoscimento della cittadinanza italiana per discendenza (iure sanguinis)?
Nell’emanare il nuovo decreto legge il Governo non ha considerato due tipologie di richiedenti: i cittadini stranieri che hanno già maturato i requisiti per la richiesta di cittadinanza italiana e, tra questi, coloro che hanno tentato invano di prendere appuntamento con l’ufficio consolare competente per presentare la domanda.
La cittadinanza italiana è un cosiddetto diritto acquisito. Quando se ne richiede il riconoscimento al Comune di residenza, all’Ufficio consolare o al Giudice, questi si limitano ad accertare la già maturazione dei requisiti e, di conseguenza, il possesso della cittadinanza. In poche parole, la decisione non genera la cittadinanza da zero, ma semplicemente ne accerta l’esistenza. Secondo l’art. 24 della Costituzione, tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. Ciò significa che, in linea di principio, chi ha maturato un diritto come quello alla cittadinanza deve avere la possibilità di richiederne al Giudice la tutela, anche se la legge sembrerebbe non permetterlo più.
Ciò è maggiormente vero per i cittadini stranieri che, in possesso dei requisiti per la cittadinanza, hanno richiesto senza successo un appuntamento all’ambasciata o al consolato per farne la richiesta. Questi soggetti non hanno potuto fare domanda di accertamento della cittadinanza italiana prima dell’entrata in vigore del nuovo decreto non per propria colpa, ma a causa degli illegittimi ritardi dell’amministrazione. È dunque necessario che gli stessi ricevano tutela e dunque possano legittimamente richiedere l’accertamento giudiziale del proprio diritto.
6. Perché rivolgersi a un avvocato esperto di Immigrazione a Bologna?
Un avvocato esperto in diritto dell’immigrazione può fornire consulenza e assistenza, sia giudiziale che stragiudiziale, in tantissimi ambiti della vita dello straniero, tra cui la richiesta di permesso di soggiorno e di Cittadinanza italiana.
Integra – immigrazione, lavoro e diritti offre una vasta gamma di servizi e si trova a Bologna, in via Cesare Battisti n. 33 e a Pesaro in viale della Vittoria 161.